Tanto tuonò che piovve. Quello che temevamo si è avverato. Il flop delle primarie nella nostra regione è sotto gli occhi di tutti. I numeri parlano chiaro. I voti registrati nella nostra provincia e nella regione rappresentano il totale fallimento del percorso congressuale che con la giornata di oggi ha subìto la sua totale delegittimazione. Mi auguro che il segretario nazionale Renzi tragga le dovute conseguenze”. Lo afferma in una nota Luca Ceriscioli sindaco di Pesaro, escluso dalla competizione per la segreteria regionale del Pd delle Marche. “Palmiro Ucchielli – spiega Ceriscioli – continua a distorcere la realtà.
Il paragone tra questa tornata di votazioni e quella dell’elezione dei segretari di federazione è improponibile: non ci sono state le primarie in quell’occasione in quanto avevano diritto a votare solo gli iscritti al partito. Nonostante questo, i dati dell’affluenza ai seggi in tutta la regione sono al di sotto di ogni aspettativa così come quelli della nostra provincia. I dati di Pesaro Urbino sono netti: se in occasione delle primarie aperte che hanno visto la vittoria di Renzi avevano partecipato quasi 28 mila cittadini, alle primarie per i parlamentari avevano preso parte 11 mila oggi si sono recati ai seggi poco più di 2000 persone, neanche la metà degli iscritti al partito provinciale. A testimonianza che non si tratta di una semplice tendenza generale basta guardare il dato di Macerata: 3400 votanti contro i 5400 delle primarie per i parlamentari, un calo del 40 per cento comunque importante anche se inferiore a quello della provincia di Pesaro e Urbino, entrambi registrano il peggior risultato di tutte le primarie svolte fino ad oggi”.
“E’ palese – aggiunge – come una grossa parte del partito si sia sentita esclusa e non rappresentata. Il confronto è stato soffocato da un dibattito scadente che non ha entusiasmato gli elettori. Un dibattito troppo spesso autoreferenziale che non ha trovato proposte e idee ma soltanto polemiche e contrasti interni. Gli allarmi lanciati in queste settimane si sono dimostrati fondati e il flop delle primarie lo dimostra. Auspico che il partito nazionale prenda atto della totale debacle del percorso congressuale del pd marchigiano e dia una svolta allo stallo in cui si trova. Per ridare credibilità e slancio al partito occorre, infatti, un nuovo congresso, un congresso vero e aperto che veda confrontarsi i candidati sui contenuti e sulle idee per tornare a parlare ai cittadini e alle cittadine marchigiane”.