MARCHE – Si apre una nuova fase operativa per la ricostruzione a seguito dell’alluvione di settembre 2022. È infatti stata pubblicata l’ordinanza 1011 del 23 giugno 2023 che permette di intervenire, direttamente, a livello strutturale sulle situazioni più gravi sotto il profilo dei rischi residui causati dalla terribile alluvione dello scorso anno. L’ordinanza è il frutto di una lunga concertazione tra la struttura commissariale alluvione 2022 del presidente Acquaroli e dal vice commissario Babini, il Dipartimento di Protezione civile nazionale e il MEF, e grazie ad essa sarà da oggi possibile affidare la progettazione e appaltare le opere strutturali complesse, fino a quel momento non regolamentate dalle procedure dell’emergenza e conseguentemente non realizzabili. “È un passaggio importante per aprire a una nuova fase del ripristino dei territori a seguito degli eventi alluvionali dello scorso settembre – così il presidente Francesco Acquaroli, commissario per l’alluvione – Da adesso in poi sarà possibile gestire le opere strutturali per la messa in sicurezza del territorio colpito in maniera diretta e con piani approvati direttamente dalla Regione. Fino a oggi si potevano avviare soltanto interventi di emergenza e ripristino dei danni subiti. Da oggi si apre una fase nuova nella quale è possibile gestire interventi strutturali, come ad esempio vasche di laminazione o interventi sulle intere aste fluviali per la messa in sicurezza del territorio. Inoltre sarà possibile provvedere alle procedure di risarcimento dei danni subiti alle abitazioni e alle imprese. L’ordinanza estende anche alle Marche alcune deroghe che erano state concesse anche all’Emilia Romagna, utili per accelerare le procedure di risarcimento”. Per poter accedere ai fondi stanziati dal Governo, le nuove procedure prevedono che sia il Commissario delegato ad adottare un piano delle opere strutturali urgenti, dopo aver acquisito l’intesa con l’Autorità di Distretto dell’Appennino centrale.
La predisposizione del Piano, anche in attesa dell’ordinanza, è comunque iniziata da qualche mese, grazie all’accordo quadro con le Università di Camerino e la Politecnica delle Marche, che stanno fornendo la documentazione tecnica necessaria e gli studi di fattibilità degli interventi. Allo stesso modo era stata coinvolta l’Autorità di Distretto dell’Appennino centrale per condividere preventivamente le procedure per ottenere rapidamente l’intesa sul Piano.
Procedono nel frattempo le opere di mitigazione del rischio sui tratti dei fiumi interessati. In questi giorni sono iniziati infatti i lavori per il dragaggio e la messa in sicurezza del tratto terminale del fiume Misa, a Senigallia, nell’area demaniale in corrispondenza del tratto fra il ponte Garibaldi e il ponte II giugno. Il prelievo di parte delle ghiaie sabbiose depositate lungo l’alveo canalizzato, stimato approssimativamente in 3.000 mc, favorirà il deflusso delle acque di piena. I materiali, che a seguito delle dovute analisi sono risultati scevri da elementi inquinanti, saranno temporaneamente depositati presso un piazzale adibito a parcheggio del casello autostradale, in area comunale individuata con specifica ordinanza sindacale, adibita a deposito dei materiali provenienti dalle operazioni a seguito della alluvione del settembre 2022. Si ipotizza al momento, il reimpiego dei materiali provenienti dal dragaggio per il ripascimento della costa.
I lavori sono iniziati il 26 giugno 2023 e sono previsti 20 giorni lavorativi.