PESARO – Ritardi, differenze a volte imbarazzanti tra città e città; tra una regione l’altra. Le Marche non brillano di certo nella classifica dei tempi di attesa relativi alla revisione dei veicoli pesanti. È la fotografia di un servizio – meglio sarebbe dire un disservizio – cruciale per la sicurezza stradale e per l’economia del trasporto su gomma. A scattarla CNA Fita (Federazione italiana trasportatori artigiani), l’unione delle imprese di trasporto associate alla Confederazione, che ha mappato la situazione attraverso i suoi associati di tutta Italia. Nella nostra regione si va da un minimo di 90 ad un massimo che può arrivare anche ai 150 giorni.
Tempi biblici
L’iniziativa di CNA Fita scaturisce da una considerazione: i tempi di attesa per la revisione dei veicoli superiori ai 35 quintali di massa complessiva, i cosiddetti veicoli pesanti, continuano a rappresentare un punto dolente per il settore. “Nonostante la Legge di Bilancio 2019, modificando l’articolo 80 del Codice della strada, abbia permesso ai centri privati di revisione titolari di apposita autorizzazione di effettuare le revisioni dei veicoli pesanti destinati al trasporto di merci non pericolose o non deperibili in regime di temperatura controllata e dei relativi rimorchi e semirimorchi. Una modalità che si aggiunge alle revisioni presso gli Uffici territoriali delle motorizzazioni e alle sedute esterne presso attività di autoriparazione autorizzate ai sensi della legge 870/86. “Le opportunità offerte dalla Legge di Bilancio – commenta Riccardo Battisti, responsabile CNA-FITA – avevano acceso tra gli autotrasportatori la fiammella della speranza per dimenticare i ritardi biblici delle revisioni negli uffici della Motorizzazione e i costi (e i ritardi) delle sedute esterne, che hanno comunque bisogno degli ispettori della Motorizzazione. E arrivano a costare quattro volte la tariffa della revisione presso gli uffici della Motorizzazione civile (da 45 a 180 euro a mezzo) principalmente per l’incidenza della trasferta del personale pubblico. Ma lungaggini amministrative, addirittura scioperi e altre iniziative di protesta contro l’apertura del servizio ai privati, di cui non si comprende la necessità visti i ritardi causati dagli uffici pubblici, stanno facendo sfumare le speranze accese dalla Legge di Bilancio 2019. Tranne in qualche isola felice”.
Le conseguenze del caos
Il caos sulla revisione, oltre a generare pericoli per autisti e utenti delle strade, crea problemi per le aziende. “Da un lato – spiega ancora Battisti – la confusione sulla validità delle polizze assicurative, sia pure in presenza di autorizzazione a derogare i limiti temporali di scadenza della revisione; dall’altro la mancanza di programmazione degli interventi che procura alle imprese pesanti danni economici a partire dall’impossibilità di andare fuori dai confini nazionali. Le risposte alle prenotazioni di revisione via posta elettronica non si conoscono in anticipo e capita che quando l’avviso arriva l’automezzo da revisionare sia in attività fuori sede e non possa essere sottoposto ai controlli. Pesanti anche le conseguenze su attività stagionali, quali i trasporti agro-alimentari. E lo stesso vale in numerose zone d’Italia per gli autobus, destinati in genere agli spostamenti turistici e quindi maggiormente utilizzati nella bella stagione”.