PESARO – Si sono incontrati oggi a Pesaro i medici e la Direzione Generale e Sanitaria degli Ospedali Riuniti Marche Nord per fare il punto sulle integrazioni, sui primari e sul Patto della Salute.
“L’integrazione va avanti e funziona: aumenta la qualità e l’offerta”
A parlare sono i Direttori delle strutture già unificate e in fase di unificazione . “Tornare indietro significa perdere le nostre eccellenze”
“Bisogna smettere di strumentalizzare le varie scelte organizzative che hanno l’obiettivo di migliorare l’organizzazione, i flussi e diminuire il rischio clinico. A breve la Chirurgia generale sarà come l’Ortopedia. Non è più tempo dell’ospedale sotto casa. Non sono più possibili ospedali che fanno bassi volumi di attività. Ospedali come Fabriano o Pergola devono diventare altro per poter garantire appropriatezza. Se avrò l’incarico di riorganizzare la Chirurgia di Marche Nord devo chiarire subito una cosa: non ci sarà più Pesaro o Fano ma Marche Nord. A Fano ci sarà la chirurgia della mammella, pediatrica e l’attività di Day Surgery che catalizza oltre 1.200 interventi; a Pesaro la chirurgia ordinaria con ricoveri superiori alle 2 notti. E’ questo il disegno, costruito in base ai dati, alle analisi e alle procedure. Questi cambiamenti sono nell’ordine naturale delle cose, tra l’altro già applicati a livello nazionale ed europeo”. Parola di Costantino Zingaretti, primario della Chirurgia generale del presidio San Salvatore di Pesaro degli Ospedali Riuniti Marche Nord che insieme ad una decina di colleghi dell’area chirurgica specialistica e del polo onco-ematologico ha spiegato in che direzione sta andando l’azienda ospedaliera provinciale. E tutti, in coro, hanno confermato che “dall’integrazione non si torna e non si deve tornare indietro. Se torniamo a due ospedali distinti – incalza Zingaretti – perdiamo la Radioterapia, l’Ematologia, la Cardiologia Interventistica, la Neurochirurgia, la Medicina Nucleare e le Malattie infettive. Chi parla di Sanità deve conoscere il patto Stato – Regioni e il Piano Nazionale Esiti”. Hanno testimoniato che l’integrazione, dove conclusa, funziona, Giacomo Pellegrini primario dell’Oculistica, Giuseppe Migliori dell’Otorino e Valerio Beatrici dell’Urologia. “Siamo partiti a luglio – spiega Pellegrini – e in un anno faremo 4000 interventi contro i 2.500 che si facevano prima, con strutture separate”. Della stessa opinione Giuseppe Migliori, tra i primi ad aver integrato le strutture di Pesaro e Fano, integrazione che ha generato più interventi, più sedute operatorie e più attività ambulatoriale. Come lui, anche Valerio Beatrici, grazie all’integrazione, ha aumentato gli interventi: “Oggi operiamo 230-250 persone al mese con 20 posti letto per i ricoveri ordinari e 15 per il day surgery. Ho il numero di medici e sedute operatorie più alte della Regione”.
A dimostrare che l’integrazione porta risultati in termini di efficienza ed implementazione delle attività, c’erano anche i direttori del Polo onco ematologico. Gianmaria Fiorentini, primario dell’Oncologia di Pesaro, lavora in tandem con il collega di Fano Rodolfo Mattioli, con il quale divide i posti letto. Feisal Bunkheila, direttore della Radioterapia, ha percorsi clinici con quasi tutte le chirurgie specialistiche. Per Rossella Fattori, nel duplice ruolo di primario delle Cardiologie di Marche Nord nonché della Cardiologia Interventistica, “la discussione sull’integrazione è del tutto superata perché l’integrazione non è solo una questione di costi ma soprattutto di qualità dell’attività”. Della stessa opinione anche Filiberto Martinelli, primario dell’Anestesia e Rianimazione di Pesaro: “Nonostante la presenza di due strutture, con i colleghi del Santa Croce c’è piena collaborazione”. Stessa fotografia per l’Ostetricia e Ginecologia, con due primari che collaborano e che ritengono necessario, al fine di migliorare la qualità, l’assistenza e la sicurezza dei pazienti, centralizzare il punto nascita. In merito al trasferimento del reparto di Pneumologia da Pesaro a Fano, parla proprio il suo primario, Marcello Ugolini: “Quando mi è stato presentato il disegno non sono certo saltato sulla sedia. Abbiamo fatto una valutazione con la direzione sulla degenza e sulla sala endoscopica che a Fano avrà strumenti di ultima generazione. Proprio tra 20 giorni, ad esempio, arriverà un nuovo apparecchio per la stadiazione dei tumori polmonari. E’ chiaro, comunque, che voglio l’ospedale unico”. E come Ugolini, in realtà, sono tutti convinti che quello dovrà essere il traguardo finale. “Noi stiamo preparando i contenuti – conclude il Direttore Generale Aldo Ricci -. E lo facciamo con grande sforzo, superando il vincolo di lavorare su tre stabilimenti, con il San Salvatore sottoposto a continue ristrutturazioni ed adeguamenti sismici. Se non ci sarà l’ospedale unico, per la nuova generazione sarà un problema”.