FANO – “Ennesima sottrazione di verde pubblico nella città di Fano. Questa volta a cadere sotto l’implacabile lama delle motoseghe sono gli alberi del parco dell’ex scuola Carducci: circa 25 esemplari tra cipressi, lecci, pini, ecc. Se a questi si aggiungono gli altri 15 alberi, disposti in filare, che saranno tagliati per allargare l’adiacente campo da rugby e realizzare la nuova tribuna, ci sarà una bella perdita. Ma si sa gli alberi non votano. Votano gli automobilisti, i ciclisti, i commercianti, i genitori, ecc ma gli alberi no! E non riescono nemmeno a protestare e a fuggire, aspettano silenziosi e trepidanti la loro fine. Una morte che in molti casi potrebbe essere evitata se ci fosse una preparazione migliore tra i tecnici e una sensibilità diversa negli amministratori. Assistiamo da anni ad una strage di alberi. A quelli che muoiono per malattie (la grafiosi degli olmi, il cancro colorato nei platani, la cimice delle palme) o per la siccità, o per interventi sbagliati (capitozzature, taglio radici, ecc) si aggiungono gli alberi abbattuti per opere pubbliche i cui progetti sono realizzati con superficialità o noncuranza, senza la consulenza di tecnici con competenze sulla gestione del verde urbano. Questi progetti, invece di adattarsi al verde esistente evitando il più possibile gli abbattimenti di esemplari sani e “produttivi”, fanno tabula rasa, con l’inutile e vana consolazione che altri alberi saranno ripiantati (magari altrove!). Ma mentre le aule e i servizi di una scuola possono essere costruiti in pochi anni (si ipotizza che entro il 2026 il nuovo plesso sarà completato) il verde no! Ci vorranno almeno 40/50 anni per riavere gli alberi della dimensione di quelli abbattuti (ammesso che saranno ripiantati!), sempre che sopravvivano all’assenza di piogge, al caldo estremo, alle potature sbagliate, ai parassiti, ai danni che inevitabilmente subiranno. Per questo torniamo a ripetere come un mantra che la priorità è salvaguardare l’esistente, e che le nuove piantagioni devono essere in aggiunta non in sostituzione”.
“Gli alberi non votano, ma i cittadini che hanno a cuore la natura, i servizi che fornisce e il futuro di figli e nipoti, sì. Per questo invitiamo le persone più attente a mobilitarsi, a scrivere e a manifestare, di fronte della silenziosa scomparsa del verde a Fano”.