150esimo Rossini, Ricci: «Racconteremo la bellezza del Paese al mondo»

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PESARO – «La dimensione del progetto è più che nazionale», aveva fatto intendere Matteo Ricci alla vigilia. Il tavolo che mette insieme, dentro Palazzo Madama, l’ex capo dello Stato amante del Rof (Napolitano) e il presidente Rai (Maggioni) palesa gli intenti. All’indomani del compleanno bisestile se «la base resta il protocollo siglato da governo, Regione e Comune», sono i big del comitato promotore (che include anche il tessitore-cultore della materia Gianni Letta, autore del messaggio scritto di saluto, ndr), con annessa presentazione del disegno di legge ad hoc, (a iniziativa Camilla Fabbri) a cadenzare il lancio ufficiale. La notizia è che «il disegno di legge è avviato a sicura approvazione. E’ un esempio che il parlamento non è così male come si dice», sottolinea Napolitano.

AMBASCIATORE – Parte così il triennio rossiniano, in vista delle celebrazioni per il 150esimo (2018) dalla scomparsa del Cigno. Che il sindaco definisce ‘pop star’ europea della sua epoca: «E’ una grande occasione per raccontare la bellezza dell’Italia al mondo – osserva Ricci – attraverso uno dei più grandi artisti della storia del Paese. Rossini è nel dna dei pesaresi, ma appartiene a tutti: oggi le sue musiche non rivivono solo nelle opere, sono anche colonna sonora dei nostri film e dei nostri sogni». Va avanti il sindaco: «Se oggi siamo qui è perché, anni fa, persone coraggiose come Gianfranco Mariotti hanno creduto nell’intuizione: Rossini è patrimonio della città, ma anche uno degli ambasciatori del Paese nel mondo. Alle spalle abbiamo una storia, scritta grazie al conservatorio e alle istituzioni che hanno rafforzato il legame con le radici». Annuncia: «Ci aspetta un lavoro intenso, sarà un crescendo rossiniano. L’apice nel 2018, ma abbiamo già iniziato con i 200 anni del Barbiere e con il compleanno bisestile. Racconteremo Rossini con le opere: attraverso edizioni del Rof che, credo, saranno ancora più speciali. Ma anche con sperimentazioni e contaminazioni, il cinema, e altre sfaccettature. Come il rapporto tra Rossini e il cibo. Toccheremo le città rossiniane: Roma, Bologna, Venezia, Firenze, Napoli, Parigi e Vienna. Punteremo sulla qualità della proposta ma parleremo a tutti, con la massima diffusione. Occorreva un parterre de rois per affrontare la sfida, in grado di esprimere l’italianità nel mondo. Penso che con Napolitano, Maggioni e Letta lo abbiamo trovato: grazie a loro per sostenere il percorso». Aggiunge a margine: «Comunicare tutto significa non comunicare nulla. Noi abbiamo deciso, innanzi tutto, di spingere sulla città della musica: abbiamo il privilegio di avere dato i natali a Rossini, per noi è un grande patrimonio e, al tempo stesso, un’importante responsabilità. Intorno alla città della musica stiamo costruendo un progetto di sviluppo economico, per crescere sempre più sul turismo culturale».

PROTAGONISTI – Per il presidente emerito Giorgio Napolitano, «ci sono fortissime ragioni per dare massimo rilievo nazionale e attenzione internazionale al 150esimo rossiniano». Racconta: «Sono stato un frequentatore assai meno assiduo del Rof di quanto mi sarebbe piaciuto. Il Festival rappresenta una delle maggiori invenzioni, sul piano dell’offerta musicale, negli ultimi decenni, qualcosa di assolutamente peculiare. Merito di Gianfranco Mariotti, che a forza di innamorarsi di Rossini ha trasmesso l’arte di dirigere al figlio Michele con grandi risultati. Dietro la continuità del Rof c’è un impegno diligente, un lavoro di rilettura critica delle partiture. Una dimensione filologica che è qualcosa di unico». Napolitano cita «De Sabbata, che si è speso nella Fondazione» ma anche «Mario Fabbri». Poi va sul personale: «Sono legato a Pesaro: ricordo, anni fa, una Cenerentola memorabile. Evidenzio il contributo di tutti i sindaci e degli amministratori: una qualità culturale del governo locale, negli anni, non sempre riscontrabile altrove. Il 150esimo sarà un’occasione ulteriore per rendere Rossini fruibile al grande pubblico». Rimarcando: «Il disegno di legge? Avviato a sicura approvazione». Spiega Camilla Fabbri: «Il testo ha lo scopo di celebrare il genio rossiniano. Le celebrazioni non potevano essere solo locali: in questi giorni si ricorda Rossini ovunque. Culturalmente è un personaggio che continua a elevare l’Italia». La senatrice legge un passaggio del testamento: «Commovente il lascito del Cigno a Pesaro. Definì la città la sua patria, dove fondare un liceo musicale grazie all’eredità, proibendo ogni inversione di volontà». La presidente Rai Monica Maggioni: «Ho accettato per l’amicizia con Matteo Ricci, ma non solo per quello: ha senso accompagnare il percorso, sono occasioni in cui la musica, il territorio e le persone si uniscono. E in cui il Paese è capace di raccontarsi. Una vicenda unica: la Rai doveva esserci e sarà da stimolo». Chiude il presidente della Regione Luca Ceriscioli «Il messaggio di Rossini è più che mai attuale. Tra i tanti valori veicolati dalla cultura c’è la libertà. Ricordo ancora la prima visita di Napolitano al Tempietto rossiniano». Nella delegazione pesarese presente a Palazzo Madama anche il vicesindaco Daniele Vimini e il sovrintendente Rof Gianfranco Mariotti, oltre al presidente della Fondazione Rossini Oriano Giovanelli.

IL DISEGNO – Nel progetto di legge, presentato da Camilla Fabbri e già firmato da un novero di parlamentari, si chiede un «contributo straordinario» di 6 milioni e mezzo (3 milioni e 250mila euro sia per il 2017 che per il 2018, ndr). Fondi per un programma di iniziative culturali e di interventi collegati, tra l’altro, «al recupero edilizio e alla riorganizzazione degli spazi rossiniani a Pesaro», anche in prospettiva turistica. Citata nel testo «la manutenzione e il potenziamento delle strutture esistenti», con riferimento particolare a Palazzo Olivieri, sede del «nascente» museo nazionale Rossini. La quota destinata al restauro conservativo dei luoghi rossiniani, nella città, «non dovrà essere inferiore al 20 per cento del contributo complessivo». Ma tra gli obiettivi, più in generale, si prevedono interventi di recupero edilizio anche per la provincia di Pesaro e Urbino. Le altre azioni includono il «sostegno delle attività formative, editoriali, espositive, congressuali, scientifiche e di spettacolo (inclusa Accademia Rossiniana del Rof e Fondazione Rossini). Oltre al «recupero e riordino del materiale storico, artistico, museografico e archivistico» e alla «valorizzazione della ricerca scientifica sugli studi rossiniani», con borse di studio e concorsi per gli studenti di conservatori e accademie. Nel disegno, infine, si riconoscono «patrimonio di interesse nazionale» la Fondazione Rossini e il Rossini Opera Festival «la cui realizzazione in ottica celebrazioni si avvarrà, tra l’altro, del supporto del comitato nazionale». Mentre Palazzo Olivieri, sede del conservatorio e custode di «importanti memorie» della vita e dell’opera del Cigno, è dichiarato bene culturale di interesse.

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