Se fosse un’infezione la gente correrebbe a prendersi un antibiotico. Se fosse una frattura andrebbe dall’ortopedico. Ma essendo un “killer silenzioso” il diabete passa spesso inosservato distruggendo lentamente cuore, occhi, nervi, reni e vasi sanguigni. E’ proprio la sua apparente “invisibilità”, almeno nella fase iniziale, a farne la malattia cronica a più rapida crescita della storia dell’umanità. Un problema non di poco conto se si calcola che sono 382 milioni nel mondo le persone con diabete, un numero destinato ad aumentare del 55% entro il 2035.
Per questo la lotta al diabete va affrontata sul fronte della prevenzione e della diagnosi precoce identificando le persone che rischiano di sviluppare la patologia, diffondendo il maggior numero di informazioni affinché ci sia sempre più consapevolezza di questo enorme problema socio-sanitario.
A tal fine, in occasione della “Giornata Mondiale del Diabete”, venerdì 14 novembre la Diabetologia di Pesaro e quella di Fano propongono due iniziative analoghe:
– A Pesaro, dalle ore 8 alle ore 12.30, la struttura di Diabetologia, situata presso il Distretto Sanitario di via XI febbraio n.36, sarà aperta a tutti i cittadini e si dedicherà alla prevenzione e alla diagnosi precoce del diabete.
– A Fano la Diabetologia, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e l’Associazione dei pazienti, vi aspetta al Padiglione D, piano terra, dell’ospedale Santa Croce.
Entrambe le strutture propongono consulenza medica qualificata per la valutazione del proprio profilo di rischio metabolico e l’effettuazione gratuita dello screening per la rilevazione del tasso glicemico. Inoltre a Fano sarà possibile compilare un questionario diagnostico per scoprire la percentuale di rischio diabete da oggi a 10 anni.
La malattia coinvolge sempre di più persone nella fascia d’età lavorativa, cioè quelle fra i 40 e i 59 anni. In Italia, secondo l’osservatorio “Arno-Diabete”, c’è stato un aumento delle persone affette da questa patologia del 70% solo negli ultimi 15 anni. Il fatto che il diabete (tipo 2 nel 91% dei casi) sia così diffuso dipende dal concorso di fattori genetici ed ambientali questi ultimi legati a sfavorevoli stili di vita della società moderna che portano a sedentarietà, sovrappeso ed obesità.
E dire che molti casi potrebbero essere prevenuti o curati semplicemente attraverso l’adozione di uno stile di vita adeguato riassumibile in “meno calorie e più attività fisica”: importanti studi hanno confermato che con una dieta equilibrata ed un’attività fisica regolare è possibile ottenere una prevenzione del diabete tipo 2 nel 60% dei casi. Fondamentale è la diagnosi precoce del diabete che può avvenire grazie a un efficace intervento congiunto da parte del medico di famiglia e del diabetologo, nell’ambito della cosiddetta “gestione integrata” con la quale è possibile l’avvio tempestivo di terapie oggi sempre più efficaci per evitare le gravi conseguenze di questa malattia.